Origo

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Origo, dimensioni variabili, gesso, 2014

Questo lavoro nasce da riflessioni riguardanti il concetto di nascita e di origine, studiando in particolare l’atto della nascita.
Ho iniziato analizzando il processo della schiusa delle uova e successivamente mi sono dedicato ad esaminare attentamente la loro struttura. All’interno di queste si trova sempre una sorta di pellicina, esattamente sotto la scorza dura del guscio. Ho trovato  interessante il contrasto tra la morbidezza della pellicina interna e la durezza esterna dell’uovo. Questo contrasto si esplica nell’opera dall’incontro tra la perfetta geometria dell’uovo e le pieghe che questa pelle acquista sotto la spinta dell’animale che nasce. Nell’evoluzione del lavoro sono partito dallo studio sulla schiusa delle tartarughe per arrivare ad una completa astrazione dell’animale. Lo spettatore percepisce che c’è un qualcosa che si divincola per liberarsi ma non può capire cos’è in quanto tutto è ancora coperto dalla pellicina.  Il lavoro è teso a rivelare la forza insita all’atto della nascita. Una volta realizzata la scultura, l’ho posta all’interno di una installazione formata da uova rotte, con l’intento di ricostruire una sorta di nidiata appartenente ad una specie sconosciuta, dove è possibile veder nascere alla luce l’ultimo esemplare.
L’installazione si collocata in uno spazio piccolo per ricreare l’atmosfera intima che avvolge l’atto della nascita.